Simmons Dan - 2005 - L'attacco dei Voynix. Olympos by Simmons Dan

Simmons Dan - 2005 - L'attacco dei Voynix. Olympos by Simmons Dan

autore:Simmons Dan
La lingua: ita
Format: mobi
Tags: Science Fiction, General, Fiction
ISBN: 9788804569732
editore: Mondadori
pubblicato: 2007-06-14T22:00:00+00:00


29

“Mamma! Mammaaaaa! Ho tanta paura. Quaggiù fa tanto freddo, c’è tanto buio. Mamma! Aiutami a uscire. Mamma, ti prego!”

Ada si svegliò appena mezz’ora dopo essersi addormentata, nelle fredde ore antelucane del buio mattino invernale. La voce infantile nella mente le parve una piccola, gelida, spiacevole mano sotto i vestiti.

“Mamma, ti prego. Qui non mi piace. Fa freddo, c’è buio e non posso uscire. La pietra è troppo dura. Ho fame. Mamma, ti prego, fammi uscire di qui. Mammaaaaa!”

Per quanto fosse esausta, Ada si costrinse a lasciare il sacco a pelo per uscire nell’aria fredda. I superstiti - erano quarantotto, ora, una settimana e cinque giorni dopo il ritorno alle rovine di villa Ardis - avevano eretto tende usando teloni ricuperati, e Ada adesso dormiva con quattro altre donne.

Il gruppo di tende e il primo riparo a una falda accanto al pozzo erano al centro di una nuova palizzata, con i pali appuntiti posti a soli trenta metri dal centro della tendopoli e delle macerie dell’originaria villa Ardis.

“Mammaaa… ti prego, mamma…”

Ada udiva la voce ormai da molto tempo e, anche se aveva imparato a non badarvi da sveglia durante gran parte della giornata, le impediva di dormire. Quella notte, nel buio prima dell’alba, era più insistente del solito.

Ada si infilò i calzoni, gli stivali e un pesante maglione; poi uscì dalla tenda, muovendosi il più silenziosamente possibile per non destare Elle e le altre occupanti. Alcuni erano ancora svegli accanto al falò centrale, c’era sempre qualcuno a presidiarlo, per tutta la notte, e c’erano sentinelle sulle nuove mura, ma la zona fra lei e la fossa era vuota e buia.

Le tenebre erano davvero fitte. Dense nubi oscuravano la luce delle stelle e degli anelli e c’era odore di neve in arrivo. Facendo attenzione a dove metteva i piedi, Ada si avvicinò alla fossa: alcuni preferivano ancora dormire all’aperto, adesso che avevano cucito e imbottito sacchi a pelo migliori. Ada non voleva inciampare, era appena al quinto mese di gravidanza, ma già si sentiva grassa e impacciata.

“Mammaaaaaaa!”

Ada odiava la maledetta voce. Con un figlio vero che le cresceva in grembo, non sopportava la voce supplichevole, gemente, surrogato di pianto infantile, che proveniva dalla creatura nella fossa, anche se si trattava solo di un’eco mentale. Si domandò se il sistema neurale del suo bambino in via di sviluppo ricevesse quella invasione telepatica. Si augurò di no.

“Mamma, ti prego, fammi uscire. È buio quaggiù.”

Avevano deciso di mettere una persona di guardia alla fossa, giorno e notte, e quella notte era toccato a Daeman. Ada riconobbe la sagoma sottile e muscolosa, con il fucile ad aghi appeso alla spalla, ancora prima di di-stinguerne il viso. Quando si avvicinò al bordo della fossa, Daeman si girò verso di lei.

«Non riesci a dormire?» mormorò.

«Me lo impedisce» rispose Ada, anche lei in un bisbiglio.

«Lo so. Sento sempre la voce che ti bersaglia di suppliche. Fioca, ma percettibile, una sorta di solletico in fondo al cervello. Sento la creatura chiamare “Mammaaa” e mi viene voglia di svuotarle addosso tutto il caricatore.



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